L'Intelligenza Artificiale non Sostituirà la Creatività
Alle macchine manca l'imperfezione che crea la bellezza
C’è stato molto dibattito negli ultimi tempi sul rischio che le attività prettamente creative possano essere sostituite dall’Intelligenza Artificiale. Sul tema recentemente ho postato questa riflessione:
La AI non rappresenta una minaccia per le industrie creative. Certo, aiuterà nei lavori legati ai servizi, ma fine della storia. Nessuno vuole arte creata dalla AI, film fatti dalla AI, sceneggiature scritte dalla AI, letteratura elaborata dalla AI. Se credi che la AI sostituirà la creatività, non capisci cosa significa essere umano.
In risposta, Geoffrey Miller, un biologo evoluzionista, ha scritto:
Catastroficamente ingenuo. Se pensi che l’Intelligenza Artificiale non minacci le persone nelle industrie creative, non capisci la AI, né i mercati, né le carriere, né la cultura.
Al contrario, io credo che l’Intelligenza Artificiale possa liberare il potenziale creativo dell’umanità.
L’Intelligenza Artificiale non può sostituire l’ingegnosità dell’uomo. Si tratta di un tema teleologico: le macchine sono state progettate dagli esseri umani, quindi come possono queste macchine progettare qualcosa che gli esseri umani non hanno ordinato loro di creare? Le macchine non possono sviluppare il design originale senza che venga detto loro come farlo. Mancano della capacità di inventare qualcosa.
Una delle argomentazioni principali in difesa della minaccia della AI alle industrie creative è semplice: le macchine sono più efficienti degli esseri umani. In questo senso, i difensori della AI hanno ragione. Le macchine possono creare in pochi secondi ciò che agli esseri umani potrebbero servire ore, giorni, settimane, anni, o addirittura decenni per realizzare. Sono anche precise in modi che gli esseri umani non possono sperare di essere. Sono più efficienti e sono esecutori molto affidabili. Puoi dire alla AI di creare qualsiasi immagine, seguendo le tracce dei grandi maestri pittori del passato, ad esempio. Lo farà istantaneamente.
Tuttavia, anche la migliore argomentazione a favore dell’efficienza e della precisione dell’Intelligenza Artificiale ha vita breve.
Confronta un’immagine generata dall’Intelligenza Artificiale con un dipinto originale e fatto a mano di Caravaggio. Uno è stato realizzato in pochi secondi, l’altro in decine di ore, impegno, ossessione, persino sudore, lacrime e sangue (Caravaggio fu accusato di omicidio e spesso viveva da fuggitivo, scappando dalla persecuzione per il suo crimine). Di pancia, l’opera d’arte creata dall’Intelligenza Artificiale ha lo stesso “respiro” di un dipinto di Caravaggio? Forse non riusciamo a mettere a fuoco il perché, ma la diversa sensazione che il dipinto di Caravaggio evoca è chiara a chiunque lo osservi. Le emozioni traspaiono attraverso un lavoro che racconta una storia. La logica non può spiegare quello che proviamo quando osserviamo il dipinto originale di un grande maestro: esso parla alla nostra più basilare comprensione di cosa significhi essere umani, e, allo stesso tempo, parla della nostra capacità di cercare di cogliere un frammento del divino attraverso il nostro lavoro.
Possiamo osservare questo elemento anche negli sviluppi terapeutici della AI. Alcuni sostengono che “scaricare il trauma” su ChatGPT raccontando la propria storia di vita offra un’analisi più approfondita della nostra psiche rispetto a quella che offrirebbe un terapista autorizzato. Allo stesso tempo, molti stanno cominciando a usare la AI per riuscire a gestire le relazioni in modo più efficace. L’Intelligenza Artificiale è in grado di offrirci intuizioni tipicamente umane.
Chiedere consiglio alla AI può essere indubbiamente confortante, perché è una tecnologia progettata per generare positività, evitando le critiche e i giudizi che rendono gli altri così unicamente umani e proprio per questo talvolta così insopportabili. Tuttavia, AI ci aiuta a gestire le nostre relazioni, ma non può sostituirle. L’Intelligenza Artificiale può darti consigli privi di giudizi o imbarazzo, ma un amico ti darà il calore e la connessione che a una macchina manca — allo stesso modo in cui un oggetto creato dai nostri simili porta con sé quella stessa sensazione di umanità, al punto che anche le sue imperfezioni aggiungono valore all’opera d’arte. Gli esseri umani desiderano quella stessa connessione, anche con gli oggetti più semplici che ci circondano.
Un problema simile a quello che oggi affrontiamo con la AI si è verificato durante la Rivoluzione Industriale. All’improvviso, i processi automatizzati potevano produrre beni in quantità enormi. Questo sviluppo ha consentito agli uomini di risparmiare tempo e risorse. Gli articoli prodotti erano identici sia nell’aspetto che nella funzione a quelli prodotti precedentemente, e venivano realizzati in un modo che gli esseri umani non potevano replicare con la stessa rapidità e lo stesso dettaglio. L’automazione li rendeva anche più economici e ci rendeva, in molti modi, materialmente più ricchi.
I Luddisti iniziarono a preoccuparsi del rischio che le macchine avrebbero alla fine sostituito il loro lavoro. Tuttavia, il valore dell’artigianato è aumentato proprio durante la Rivoluzione Industriale, perché è diventato più raro. La domanda è aumentata, l’offerta è diminuita, facendo schizzare i prezzi alle stelle. Il risultato è che gli artigiani sono diventati più ricchi. Solo le classi più elevate potevano permettersi beni fatti a mano, che una volta erano la norma per ogni classe economica della società. Una critica valida all’ascesa dell’industria e della tecnologia è la diminuzione della qualità dei beni per le masse. La qualità è stata sacrificata sull’altare della quantità.
Ma questo è un argomento diverso rispetto a quello che si fa sull’Intelligenza Artificiale che sostituisce la creatività. Perché le élite dovrebbero spendere di più per beni fatti a mano? Perché l’alta moda è fatta interamente da prodotti fatti a mano? E perché proprio il fatto che siano fatti a mano, che abbiano imperfezioni create dagli esseri umani attraverso una costante lotta, li rende più preziosi e più belli? Queste imperfezioni sono così apprezzate che quando compri articoli di alta moda, si dice solitamente che “le imperfezioni su questo prodotto sono la testimonianza della sua unicità come artigianato”.
L’errore nell’idea che l’Intelligenza Artificiale sostituirà l’arte risiede nella convinzione che gli esseri umani desiderino la perfezione più che l’autenticità. Le macchine sono superiori agli esseri umani nelle abilità, ma l’abilità non contiene l’ingegnosità della creazione o l’autenticità del pensiero. L’abilità è esecuzione: è meccanica. Ci sono pittori con abilità eccellenti ma senza capacità inventiva e, inoltre, senza passione nella creazione. Allo stesso modo, ci sono pittori con abilità inferiori ma un’intuizione geniale, e il loro lavoro può suscitare emozioni nei loro spettatori perché riflette l’intensità delle loro emozioni. Questo è ciò che distingue un pittore da un artista. Allo stesso modo, è ciò che distingue una macchina da un essere umano.
Ciò che ci rende umani è la tecnica, non l’abilità. Ecco la differenza spiegata. Una volta ho partecipato a un workshop con un pittore di nome Vincent Desiderio, che ha detto che l’abilità non è impressionante, ma la tecnica sì. La tecnica è ciò che ci distingue. La tecnica ha un’anima, coinvolge lo sforzo e il fallimento, un carattere che è esclusivamente umano, unico per ogni individuo, e che possiamo comprendere come spettatori di una grande arte, che sentiamo nelle ossa. Quando la vediamo, la apprezziamo istintivamente. La tecnica può solo essere copiata, ma non può essere creata.
Ecco perché un dipinto imperfetto fatto da un essere umano è superiore a un dipinto perfetto fatto da una macchina. Il primo è insostituibile, il secondo no.
I più grandi artisti figurativi del Rinascimento avevano uno stile unico che li distingueva dagli altri pittori. Le loro creazioni erano splendidamente imperfette perché non aspiravano alla perfezione: aspiravano a evocare l’umanità nella sua forma superiore, una forma che esaltasse il divino in noi, una divinità che ci ha creati imperfetti.
L’Intelligenza Artificiale può rendere la nostra vita più facile. La Rivoluzione Industriale ha sostituito gran parte del nostro lavoro manifatturiero, compreso quello più noioso, ma la AI può portarci un passo oltre, sostituendo anche il lavoro basato sui servizi. Può fornirci i consigli più pratici, arrivando addirittura a sostituire industrie specifiche come la medicina, almeno per come la conosciamo. Ma anche la pratica del chirurgo è quella di un artista. Ti fideresti di una macchina più che di un chirurgo quando si tratta di metterti le mani addosso? Di tagliarti la carne? Per tutte le imperfezioni che un chirurgo porta con sé a causa della sua e nostra umanità, sono proprio quelle imperfezioni, paradossalmente, che permettono a quel chirurgo di vedere le tue imperfezioni nella loro complessità. E di correggerle.
L’Intelligenza Artificiale può permetterci di diventare geni a nostro modo, usando i nostri talenti come Dio ha voluto. Poiché tutto il nostro lavoro ripetitivo potrebbe essere sostituito, potremmo essere liberi di diventare tutti poeti, artisti, pittori, designer, romanzieri e filosofi, perché queste sono le modalità di essere che nessuna macchina potrà mai sostituire. Questo perché noi viviamo, mentre le macchine esistono soltanto.
La natura ci fa sentire connessi al divino perché Dio ha creato il mondo naturale, allo stesso modo in cui le creazioni fatte a mano ci fanno sentire connessi ad altri esseri umani perché sono stati gli esseri umani a crearle. Proprio come gli esseri umani non possono replicare le invenzioni divine, le macchine non possono competere con le creazioni umane.
Alessandra Bocchi è la fondatrice di Alata Magazine e della Rivista Alata.
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Perdonate lo spam. Ma visto che vi abbiamo citato lasciamo qui: https://open.substack.com/pub/britneynationalparty/p/intelligenza-artificiale-e-creativita?r=46rl2c&utm_campaign=post&utm_medium=web&showWelcomeOnShare=false