Sebbene molti osservatori nostalgici piangano sulla scomparsa dell'arte occidentale, solo in pochi sono disposti a provare a definirne i valori o a rintracciarne le origini.
Per capire meglio cosa definisce il nostro patrimonio artistico e come possiamo pensarlo in un nuovo futuro, confrontiamolo con l’espressione artistica del mondo islamico, una cultura radicalmente diversa eppure così vicina all'Europa.
L'arte occidentale, storicamente, ha spesso rappresentato il corpo umano e gli oggetti che lo circondano in forma figurativa: pensiamo alle statue, ai disegni e ai dipinti, anche nelle nostre chiese. L'arte islamica, invece, è priva di tali rappresentazioni corporee o mondane.
L'arte islamica è caratterizzata da elementi matematici e geometrici ma, soprattutto, è priva di presenze terrene. Essa tende all'astratto e ricorda una visione “psichedelica”: affascina l’osservatore attraverso la perfezione ossessiva dei dettagli, la simmetria e i colori caldi e vivaci. La sua creazione è profondamente radicata nelle credenze spirituali. L'Islam è ricco di tabù contro la rappresentazione dell'immagine dell'uomo, o anche degli oggetti che ci circondano, in quanto “del mondo” e quindi blasfemi. Secondo i dettami della fede islamica, riprodurre un'immagine del profeta Maometto equivarrebbe a commettere un'ingiustizia nei suoi confronti: perciò la creatività è incanalata in percorsi espressivi che non rappresentano il corpo né la realtà che lo circonda.
A differenza dell'alta cultura islamica, gli europei esprimono un vero e proprio amore per lo splendore della forma umana. Il solo nome del Rinascimento evoca il fascino dei lineamenti enigmatici della Monna Lisa, dipinta da Leonardo Da Vinci per incantare lo spettatore con la natura misteriosa delle emozioni umane, o la scultura nuda del David, creata da Michelangelo per incarnare l’ideale fisico maschile, che si erge alto e ci osserva con uno sguardo pieno di potenza.
Le due principali Epoche d'Oro che hanno donato al continente europeo un'espressione artistica insieme pregna di significato e complessa hanno avuto luogo prima ad Atene, nel V secolo a.C. , e poi nel Rinascimento, a metà del II millennio dopo Cristo. L'elevazione della forma umana, in tutta la sua complessità, ha definito entrambi i periodi. Se ci si sofferma un attimo a riflettere, nelle opere qui sotto si registra un notevole cambiamento di percezione.
Le prime due sculture risalgono alla Grecia del VI secolo a.C., quello precedente all'Età dell'Oro dell’Ellade classica. Sono statue note come “κοῦροι”, dallo sguardo anonimo, distaccato e gelido. Pur mostrando un'energia affascinante e al tempo stesso severa, mancano di vitalità e personalità. Esse costituiscono una rappresentazione dell’umano, piuttosto che una sua espressione; non sono vive. Al tempo, i κοῦροι erano noti come “simboli” della Gioventù. Sono simili a moderni cartoni animati di storie umane.
Ma intorno al 500 a.C. nella psiche della nostra civiltà si determinò un cambiamento fondamentale: le statue greche svilupparono espressioni più ricche, assunsero una forma realistica quasi perfetta e, osservate, iniziarono a dare la sensazione di essere “reali”. Le statue stesse presero vita; diedero vita all'individuo. Avevano una presenza.
Questa evoluzione fu parte di una radicale trasformazione della cultura dell'antica Atene: l'arrivo del teatro, la nascita della drammaturgia, le grandi feste dionisiache, le gare atletiche durante i Giochi Olimpici e la fioritura della filosofia classica - la nostra prima età dell'oro europea.
La civiltà greca, a partire dal 500 a.C., ha forgiato lo spirito occidentale come lo conosciamo oggi. Con essa, l'umanità è entrata in una dimensione superiore. Le fondamenta vennero fissate nella pietra, letteralmente, come princìpi primi.
Il filosofo tedesco Frederich Nietzsche difese il valore di queste Epoche d'oro, teorizzandone non solo l’esistenza ma anche la possibilità di tornare alla mentalità che le ha create. Ne “La nascita della tragedia”, studiò la fusione greca tra gli elementi opposti, apollineo e dionisiaco, interpretati come un equilibrio tra ordine e passione.
Durante il Rinascimento si assiste a un ritorno ai princìpi dell’arte e della filosofia classiche, che portò alla rinascita della forma figurativa dell'Età dell'oro della Grecia antica.
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, l'Europa e la sua cultura subirono una profonda trasformazione. Nei secoli “bui” si sviluppò un nuovo centro culturale nel mondo germanico, che lo storico tedesco Oswald Spengler definì come “la nascita dello spirito faustiano nell'Europa settentrionale”, identificato con l'arte gotica, mentre il sole tramontava sull'Età dell'oro dei Greci e dei Romani. I dipinti medievali di quest'epoca rappresentavano le figure delle Scritture come forma di venerazione del Divino; tuttavia, il loro stile era piatto e austero, e le figure erano rappresentate con sguardi freddi e inespressivi.
Dopo la caduta di Costantinopoli e con essa dell’Impero Romano d’Oriente, le opere classiche si fecero strada attraverso le crepe che si allargavano nel mondo cristiano. Le città-stato italiane testimoniarono una rinascita dell'età tragica - si può vedere questo post-Rinascimento ancor più chiaramente con l'ascesa dell'arte barocca Caravaggio che portò nell'arena artistica le emozioni teatrali. Ecco due esempi di raffigurazioni di Madonna col Bambino del Rinascimento e del Medioevo. Si può notare quanto le figure abbiano acquisito profondità e dimensione rispetto a quelle piatte e monodimensionali del Medioevo.
Il rinnovamento introdotto dal Rinascimento portò nella società scosse simili a quelle causate dalla nascita della tragedia greca. Non fu solo un cambiamento nell'arte, ma una trasformazione paradigmatica più profonda che interessò filosofia, scienza e medicina.
Il modo in cui queste discipline vennero esaminate incarnarono la natura artistica dei tempi. Fra gli appunti di Leonardo Da Vinci si trovano i diagrammi anatomici che hanno gettato le basi della medicina moderna. Leonardo li realizzò dissotterrando i corpi e sezionandone le membra: una pratica consentita durante il Rinascimento ma proibita dalla Chiesa Cattolica nel Medioevo.
Anche nell'ambito astratto della filosofia si discusse di Umanesimo. Massime come “l'uomo è la misura di tutte le cose”, coniate dapprima dal filosofo greco Protagora, tornarono d’attualità. L'uomo tornò a essere il centro focale della ricerca in molte discipline, seppur nel contesto di una cultura cattolica. Il corpo umano veniva concepito come creazione perfetta di Dio, da celebrare. Grazie a questa attenzione per la forma umana, il Rinascimento pose le basi per lo studio del mondo terreno ed empirico.
Tuttavia, la nascita di una nuova “cultura alta” cattolica, umanistica incontrò una reazione contraria. Il movimento protestante, che nasceva nell’Europa germanica, ne arrestò lo sviluppo. La Riforma fu una ribellione – fra l’altro – contro le origini pagane della cultura rinascimentale, considerata una corruzione della Parola contenuta nella Bibbia.
Lutero credeva che l'arte non dovesse distrarre dal messaggio delle Scritture. Per questo, egli rifiutava le pratiche religiose cattoliche più elaborate. Le chiese protestanti hanno un aspetto più semplice e sobrio di quelle cattoliche proprio perché nessuna ricca istituzione centralizzata ne finanziava le opere d’arte e il punto focale era la difesa della parola scritta piuttosto che l'esplorazione del mondo delle immagini.
In questo senso, vi sono notevoli somiglianze tra la Riforma protestante e l'approccio islamico all'arte. L'ossessione per le riproduzioni del genere umano distrae e corrompe la Parola delle Scritture. La furia iconoclasta dei protestanti fu particolarmente evidente nel movimento calvinista, i cui aderenti, in alcuni casi, vandalizzarono le chiese cattoliche rinascimentali. Spesso essi distruggevano le espressioni di arte religiosa e deturpavano dipinti e sculture. Sulle opere d’arte venivano scritti versi della Bibbia, poiché quelle immagini erano considerate eretiche. Azioni che ricordano quelle dei salafiti di fede islamica impegnati a distruggere il patrimonio pre-islamico in Medio Oriente. La parola in una guerra contro l'immagine.
In effetti, questa contro-rivoluzione contro l'alta cultura incarnata dei Secoli d'Oro ricorre due volte nella storia: prima con l'inizio della conquista cristiana dell'Europa pagana e poi con la reazione protestante contro il nascente umanesimo cattolico. Interpretate letteralmente, le religioni abramitiche, basate sulle Scritture, contengono elementi reazionari contro il mondo dell'immaginario rappresentativo. La Chiesa cattolica del Rinascimento costituì l'unica eccezione, rappresentando la più pagana delle fedi abramitiche, un residuo delle istituzioni dell'antica Roma.
Nietzsche osservò che l’ascesa di Socrate coincise con la fine dell’Età dell'oro della Grecia antica. Il filosofo della ragione iniziò a scandagliare le credenze diffuse e più accettate, proponendo che arte e musica fossero regolate in base a ciò che è nell'interesse del bene pubblico e introducendo così le prime forme di censura.
Quando a Roma si diffuse il culto cristiano, si sostituirono le fedi politeiste europee con il monoteismo di origine ebraica, che accettava un solo vero Dio. I cristiani sostennero che le rappresentazioni pagane del divino erano falsi idoli demoniaci. Per questo, deturparono i genitali, i volti e i nasi delle statue antiche. Con l'arte rappresentativa europea, il cristianesimo attraversò una crisi di coscienza. I Romani volevano esplorare la forma umana, ma il timore di ricadere nell’idolatria contrastava con le nuove credenze cristiane. Il Rinascimento tentò di fondere queste due visioni.
Ancora oggi si avverte una grande tensione e confusione tra questi punti di vista contrastanti, che caratterizzano l'anima occidentale. La psicologia delle Scritture ci spinge verso l'austera pulizia della pietà religiosa, della disciplina e dell'ordine, ma l'esplosiva psicologia del corpo, degli dei e delle dee pagane che erano rappresentazioni di forme umane superiori, ci lancia verso la lussuria, la maestosità e la glorificazione. La nostra storia oscilla tra queste forze.
Non ho buone notizie da annunciare per la nostra epoca. Tuttavia, abbiamo un grande potenziale di superarla. Potremmo vivere un nuovo Rinascimento, ci siamo vicini, ma non ci siamo ancora dentro. Siamo più vicini ai rigidi modelli medievali, alle severe restrizioni islamiche all'espressione artistica e all'ossessione protestante contro tutto quello che è profano.
L'architettura brutalista che ci circonda dalla fine delle grandi guerre è a un tempo disumana e dominante, mentre l'intelligenza artificiale che genera miliardi di rappresentazioni artistiche evoca una presenza fredda, robotica, priva della passione e dell'emozione dell’arte vera e propria, perché non è stata creata dagli esseri umani.
Tuttavia, oggi anche i tentativi umani di fare arte mancano del misticismo dei nostri grandi maestri. Michelangelo affermava di “liberare un angelo intrappolato nella pietra” quando scolpiva le sue statue. Oggi uno scultore figurativo può fare altrettanto senza cadere nella cultura plastica degli hype men della Silicone Age? Si esalta il modo in cui alcuni artisti realizzano statue moderne come quella fotografata qui sotto e si annuncia che l'Occidente sta vivendo un Rinascimento 2.0.
Purtroppo, queste opere non possiedono la forza e la presenza viva dell’arte. Le abilità richieste per realizzarle potranno anche essere tecnicamente impressionanti, ma incarnano lo sguardo senza vita delle prime statue greche, dei cartoni medievali o di ciò che Mid-journey produce quotidianamente. Esse mancano di una natura eterea e ci ricordano piuttosto la mercificazione dei corpi di cui sono oggetto le modelle di Instagram. Esse sono meri tentativi di “rappresentare” l'arte alta.
Naturalmente, la nostra epoca rigida e priva di vita nasce da una confusione sull’identità Occidentale. Viviamo una tendenza all'odio per noi stessi e alla vergogna per la nostra identità dalla fine della Seconda guerra mondiale. Forse alcuni di noi sentono di dover pagare per i propri peccati storici, ma le Età dell'Oro sono state caratterizzate dal battito vitale dell'amore per se stessi. Non si può glorificare il proprio corpo senza amarlo.
Per iniziare a costruire il cammino verso un nuovo Rinascimento, abbiamo bisogno di una rivoluzione che trasformi la nostra comprensione di ciò che siamo. Questo percorso non può che iniziare facendo memoria dello spirito dei nostri secoli d'oro. Dopo tutto, la prima rinascita è stata guidata da un grande ricordo. Perciò ricordiamo, una volta ancora.
Stephen Plunkett, conosciuto come Uberboyo, è uno scrittore e YouTuber irlandese.
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